Si definisce propriamente “coming out” e in italiano significa semplicemente “uscir fuori”. Si tratta di un fenomeno in voga negli ultimi anni in tv e sui giornali, che, ovviamente, fa tanto scena, spesso chiude in bellezza una carriera, segna un’esistenza, giustifica una scelta. È, più precisamente, quella pratica assai diffusa di dichiarare pubblicamente le proprie tendenze omosessuali, come se quelle scottanti rivelazioni fossero in grado di cambiare il mondo e soprattutto fossero vitali per il mondo intero. Rivelazioni buone soltanto per riempire le pagine di pettegolezzi.
Nonostante, dunque, ci interessino poco le tendenze sessuali di ognuno, c’è chi ancora si ostina a fare simili dichiarazioni, a smentire smentite precedenti, a renderci partecipi dei propri interessi. Ultima è la confessione in tv dell’ex campione di nuoto, l’australiano Ian Thorpe che a trent’anni, con troppe medaglie al collo e passati problemi legati all’abuso di alcol e alla depressione, ha lasciato il mondo dello sport e salutato con una rivelazione sulla sua vita privata.
Così anche lui è uscito allo scoperto a carriera finita. Che sia per pubblicità, o per incrementare la notorietà, per esigenza di chiarezza o per paura, Thorpe è forse solo l’ultimo della serie dei grandi coraggiosi o un narcisista sempre pronto a rimanere sulla cresta dell’onda?