Si festeggiano i 50 anni del Sydney Opera House.

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L’Australia celebra i 50 anni del Sydney Opera House; opera divenuta simbolo della città, teatro patrimonio dell’architettura mondiale.
Collocato al centro della baia su una piattaforma in granito lunga 185 metri e larga 120, ispirata ai templi Maya. La struttura, parte integrante del paesaggio, con le sue 161 mila tonnellate, si posa su 580 pile abbassate a 25 metri di profondità nell’acqua. L’intera copertura è composta da 1milione di piastrelle autopulenti, che immagazzinano tutta l’acqua riversandola direttamente nell’oceano. La sua struttura è ispirata all’idea di un veliero, formata da gusci disposti in maniera circolare, dove la punta più alta è di 67 metri di altezza.
La temperatura al suo interno, formato da cinque sale, – quali: Concert Hall, Opera Theatre, Play House, Drama Theatre e Studio Theatre,- è regolata dall’acqua della baia, pompata attraverso 35 chilometri di tubature.

La struttura è considerata un centro per arte, cultura e tempo libero. Nel 2007 ricevette l’onere di divenire Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Architetto del progetto è Jørn Utzon, vincitore del Premio Pritzker, la massima riconoscenza per un architetto. Le difficoltà riscontrate per la realizzazione del progetto, pronto in fase progettuale, ma non esecutiva, hanno indotto anche tanti altri architetti, progettisti ed ingegneri ad ultimare il lavoro. Fu, infatti, spesso ripreso e modificato nel tempo.
Utzon dopo aver abbandonato il progetto venne richiamato nel 1999, 26anni dopo l’inaugurazione, per pensare dei principi di riprogettazione per il futuro degli interni, al fine di garantire un’integrità architettonica all’opera in continua evoluzione. Insieme a questi principi realizza la Utzon Room, sala per piccoli eventi, quali: concerti e conferenze stampa.

Oggi, dopo 50 anni, uno spettacolo di laser illuminerà il teatro regalando la possibilità di apprezzare una grande opera architettonica e ingegneristica.

Fonti: Geopop e Gabetta-architetto-monz.