ROMA – La Legge di stabilità, quella che una volta veniva identificata con il nome di Finanziaria, è stata presentata ieri sera dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal ministro dell’Economia Piercarlo Padoan.
Renzi non ha nascosto la propria soddisfazione – tutt’altro -, andando a sviscerare le cifre della manovra. E’ partito dai “diciotto miliardi di tasse in meno: E’ la più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo in un anno. Ed è normale farlo – ha detto -, perché si era arrivati a un livello pazzesco di tassazione. Non è una decisione né di destra, né di sinistra. E’ una dimostrazione di grande forza, solidità e determinazione dell’Italia”. Il capo del governo ha poi proseguito: “A 36 miliarid di entrate corrispnderanno 36 miliardi di uscite. Il rapporto tra deficit e Pil passerà dal 2,2% al 2,9%, restando così entro i limiti del 3%. La revisione della spesa ci farà risparmiare 15 miliardi, e daremo il via ad una grande lotta all’evasione fiscale: non fermando i clienti che escono dai negozi, ma incrociando le banche dati”.
Altre entrate sono previste dalle seguenti voci: aggravio del deficit (11 miliardi), rendite finanziarie (3,6 miliardi), banda larga (0,6 miliardi), riprogrammazione (1 miliardo), slot machine (1 miliardo). Confermati gli 80 euro in busta paga, per un totale di uscite che ammonta a 9,5 miliardi, e i 500 milioni nella scuola per l’assunzione dei 149mila delle graduatorie ad esurimento (che il ministro Giannini ha definito “una svolta storica”). Renzi ha lanciato un avvertimento alle imprese: “Dal 2015 non pagheranno più la componente lavoro dell’Irap e i contributi per i neoassunti. Non hanno più scuse per non assumere”, ha affermato. Quanto alle partite Iva, confermati sgravi per 800 milioni per i bassi livelli di reddito. Confermato anche il Tfr in busta paga su base volontaria. Per i Comuni, invece, è prevista la riduzione del Patto di Stabilità del 70%, per un totale di un miliardo. L’altro avvertimento è per le Regioni, che secondo Renzi hanno “lo spazio per non aumentare le tasse”.
Soddisfatto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi (“un sogno l’eliminazione della componente lavoro dell’Irap, ora bisogna agire subito”), dubbi, specie sulla copertura economica, arrivano da Brunetta (Fi) dai sindacati, in particolare da Cgil e Fiom.