La rivoluzione silenziosa. Un anno con Papa Bergoglio

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È bastato veramente poco per affezionarci a lui, dal timido e informale “buonasera” di quel 13 marzo di un anno fa alle più tenere parole di ogni giorno, colme di speranza e di affetto. Ebbene sì, Papa Francesco in dodici mesi di pontificato ha conquistato tutti con la sua semplicità e il suo esempio di normalità, innescando nella Chiesa, e non solo, una silenziosa e dolce rivoluzione. Il rifiuto della croce d’oro al momento della sua elezione, la predilezione del pulmino una volta nominato papa, il conto pagato personalmente alla “Casa Internazionale del Clero” dove aveva soggiornato nei giorni pre – conclave fino all’ultimissimo soggiorno ad Ariccia in una modesta camera d’albergo: sono solo alcuni esempi di una coerenza e di una umiltà che fanno di Bergoglio uno del popolo.

Sfatando falsi e vecchi miti e abbattendo insane barriere di una Chiesa considerata a lungo tempo una casta, egli si è fatto portavoce di un’idea dimenticata di cristianità, fondata sulla povertà, la misericordia e la tenerezza. Quale “ospedale da campo che cura i suoi feriti”, la nuova Chiesa di Papa Francesco, più vicina, più disponibile, più aperta, ha tagliato il cordone con gli intoccabili stereotipi di un tempo, azionando una reazione a catena di rottura e purificazione che si estende all’intera società. Perché, ed è chiaro il suo messaggio, questa spinta al cambiamento non interessa solo ed esclusivamente il cristiano e l’istituzione ecclesiastica, ma abbraccia tutti in un’epoca di crisi spirituale, culturale ed economica.

E il rinnovamento parte proprio da un uomo comune, che prima ancora di essere identificato con un’etichetta sociale, è un essere umano con i suoi pregi e i suoi difetti, che fa della sua normalità il suo punto di forza. Un anno di Papa Francesco ha infatti portato alla luce quei sani valori dimenticati e mascherati da apparenti virtù, celebrate da una società assetata di potere, puntando prima di tutto sulla famiglia. La sfida è dunque aperta e la ricerca dell’essenza, dominata dalla semplicità e dalla verità, tanto care al Papa, costituisce l’altra faccia della medaglia di un mondo che va inarrestabilmente a rotoli. Poi, se ci si aggiunge il fatto che Bergoglio è un uomo del suo tempo e in quanto tale si serve dei mezzi modernissimi per comunicare – da Twitter ai selfie – adoperandosi perché le sue parole di “conversione” arrivino soprattutto ai più giovani, allora l’esemplarità di questo personaggio diventa indiscutibilmente travolgente e coinvolgente.