Chi non ha parlato male del Festival di San Remo nelle settimane precedenti scagli la prima pietra! E chi non lo ha guardato, nonostante tutto, faccia altrettanto!
Ahi, che dolore! M’ero scordato che l’amico Giuseppe è ipovedente: eccettuato te, naturalmente, caro Giuseppe, che nel corso di una telefonata, dimostrando un grande senso di ironia, mi hai detto che talvolta non possedere una vista proprio perfetta è un privilegio. E comunque, stavolta ti devo parzialmente smentire. Ti sei perso le gambe di Laetizia Casta, che hanno notevolmente alzato l’indice dell’audience. Per il resto un clima da sagra paesana, che spiega il successo della trasmissione: quanto amiamo noialtri italiani le sagre, specialmente se ci sono pure le “porchette”, è notorio.
Non voglio però, in questa circostanza, parlare degli artisti partecipanti o delle canzoni presentate: ognuno merita il doveroso rispetto che si deve a quanti imboccano la difficile e sofferta via dell’arte nella consapevolezza che “uno su mille ce la fa”! Piuttosto mi preme di accennare brevemente al contorno di polemiche che ci sono state intorno ai compensi erogati ai “bravi presentatori”, per usare un’espressione tipica di Arbore. Per quel che mi concerne, questo è un falso problema, sollevato da quanti hanno reso la demagogia condimento insipido ed insulso dei loro discorsi (Fazio compreso, talvolta). A me non interessa quanto abbia guadagnato Fazio, visto e considerato che la professionalità va comunque adeguatamente retribuita.
E che sia professionale è fuori di discussione, anche se accanto alla Casta, con quel trench candido, ci ha fatto la figura del Tenente Colombo. La vera professionalità l’ha dimostrata nella gestione di un momento particolare, quello iniziale, della trasmissione, segnato dalla vivace protesta di due padri di famiglia senza retribuzione. Credo si sia trattato di un passaggio decisivo della carriera di Fazio, che ha seriamente rischiato l’impopolarità: mi chiedo che cosa sarebbe accaduto se al suo posto ci fosse stato un tipo meno adattabile. Eppure anche in questa circostanza si è comportato da perfetto homme de gauche, di quelli che popolano i salotti televisivi e quelli chic nei tempi nostri: la bocca sui problemi della gente e la mano al portafogli nel timore che qualche affamato abbia a sottrarglielo.
Grande Fazio! Maestro imbattibile nell’arte difficile di pararsi il “loco ove giammai s’affacciò il sole!” Chapeau a te, dunque, ma anche alla Littizzetto, la sola che può permettersi il lusso, nell’ambito del servizio pubblico italiano, di andare con la lingua su argomenti che per tutti gli altri costituiscono tabù (andar con la lingua, naturalmente, è espressione metaforica).
Peccato soltanto che in questa nostra Italia, a riflettori spenti, rimangano soltanto i problemi di centinaia di migliaia di famiglie che non riescono proprio a mettere nulla in pentola!
E questo non è un parlare da homme de gauche e neppure da homme de droite o da homme du centre, ma semplicemente da “homme”!
MISCIA DIXIT
nel mese di febbraio dell’anno primo d. R. (dopo Renzi)