Durante i lavori del Consorzio ASIS per la rifunzionalizzazione della rete idrica, a Battipaglia, in via Belvedere, in pieno centro urbano, è stata scoperta una necropoli d’età romana.
Lo scavo archeologico è stato affidato alla direzione scientifica della Dott.ssa Maria Tommasa Granese, della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno ed Avellino.
Lo spazio indagato ospitava, all’interno di un recinto o di un monumento funerario, un eccezionale sarcofago in marmo greco con coperchio, databile al III sec. d.C.
Il sarcofago era decorato, su uno dei lati lunghi, da un tondo centrale con il relativo spazio per il titolo epigrafico e da delle scanalature ondulate verticali, meglio note come strigilature. Le strigilature erano ai lati del tondo.
Manca un’iscrizione dedicatoria, mentre il tondo, di solito occupato dal ritratto del defunto, presenta degli evidenti segni di scalpellatura. Non è chiaro se il sarcofago fosse stato riutilizzato o se per caso non era stato ancora completato al momento dell’uso.
In una fase successiva, dopo la sistemazione del sarcofago, la necropoli d’età romana si è stipata di tombe disposte sia ai lati, sia al di sopra, del sarcofago. Le tombe successive erano realizzate con tegole e solo in unico caso il defunto è risultato alloggiato in un’anfora.
Il corredo delle tombe era costituito da oggetti in bronzo e monili femminili.
Purtroppo la necropoli d’età romana, molto più vasta dello spazio indagato, è stata notevolmente danneggiata dalla messa in opera indiscriminata dei precedenti sotto servizi; pertanto le indagini archeologiche hanno interessato solo una parte parziale delle tombe.
Il Soprintendente Raffaella Bonaudo dichiara:
“Sicuramente siamo in presenza di un’importante necropoli con recinti e monumenti funerari disposti lungo un importante asse viario antico e questo ritrovamento apre nuove prospettive di ricerca per la conoscenza dell’antica organizzazione del territorio dell’attuale città di Battipaglia, aprendo numerosi interrogativi rispetto all’esistenza di un centro strutturato, cui il sepolcreto doveva afferire”.