Flumeri, tra sacro e profano, cultura e società delle varie epoche: “Il Giglio di Grano”.

134

La parola Giglio significa “Offerta di primizie” ed intorno ad esso, s’intrecciano i valori dell’amicizia a quelli del retaggio culturale. Nel lontano passato, le primizie dei frutti ricavati dalla terra erano offerti in segno di devozione e di culto. Motivo per cui il Giglio non era altro che una particolare confezione, un modo caratteristico di presentare il dono. La tradizione popolare la associa con un ex-voto realizzato dai contadini in onore di San Rocco. Questo culto è documentato fin dalla fine del XVI secolo. Nella seconda metà dell’Ottocento si passò alla realizzazione di offerte collettive e ogni contrada del paese cominciò a realizzare il proprio carro. Agli inizi del Novecento si cominciò ad assemblare un unico manufatto di grano, simbolo dell’unità della comunità, che aveva la forma di grande albero di Natale issato su di un carro agricolo che veniva poi trainato da buoi. Fra il 1968 e il 1972 i falegnami Nicola Giacobbe, Rocco Del Sordo e Rodolfo Mandarino modificarono la struttura della macchina devozionale nella forma attuale, sostituendo inoltre i buoi con un trattore che assicurava maggiore sicurezza e stabilità.

Attualmente è un obelisco piramidale alto circa 30 metri, rivestito da pannelli decorativi in grano e paglia artisticamente intrecciati dalle donne e dai giovani.