TORINO – Non è una buona giornata per Beppe Grillo, soprattutto sul fronte dei rapporti con la Giustizia. Le brutte notizie vengono dalla Procura di Torino e da altre procure.
Al termine del processo legato alle dimostrazioni dei No-Tav in Val di Susa, per Grillo sono stati chiesti nove mesi di reclusione per violazione di sigilli. Il fatto incriminato risale al 5 dicembre 2010, quando Grillo andò in Val di Susa, tenne un comizio davanti ad una casetta in costruzione posta sotto sequestro. Nonostante il monito del maresciallo a non varcare la soglia, Grillo si fece accompagnare all’interno e ne uscì mimando il gesto dell’arresto, con i polsi ammanettati.
In mattinata si era poi diffusa la notizia per la quale la Procura di Genova lo stesse indagando per istigazione alla disobbedienza, con riferimento alla protesta dei forconi del dicembre scorso, durante la quale, sia attraverso delle dichiarazioni che sul suo sito, Grillo aveva incitato le forze dell’ordine a non difendere più “questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo”. Il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, ha puntualizzato che il capo del M5S risulta indagato da diverse procure, ma non da quella genovese.