NAPOLI – Una legge elettorale last minute. Così potrebbe essere definita la decisione presa dalla Giunta Caldoro di apportare modifiche sostanziali alle legge elettorale regionale, ormai a pochissimi mesi dal voto.
La questione riguarda, in maniera particolare, la soglia di sbarramento per le liste che non rientrano in una coalizione. La precedente legge elettorale fissava lo sbarramento per le liste singole al 3%. Domani si terrà il Consiglio Regionale ed all’ordine del giorno la maggioranza ha inserito un punto riguardante proprio una modifica alle legge elettorale vigente: l’innalzamento della soglia di sbarramento per le singole liste dal 3 al 10%.
Perchè una soglia così alta verrebbe da chiedersi? Ad esser buoni si potrebbe ritenere che l’intento di Caldoro sia quello di favorire i processi di aggregazione e di evitare la frammentazione tra le forze politiche. Volendo essere un tantimo meno buoni, si può leggere la decisione di innalzare la soglia di sbarramento come un tentativo in extremis per impedire ad Area Popolare di abbandonare il centrodestra.
Sul piede di guerra Sel e M5S. Arturo Scotto, capogruppo alla Camera dei Deputati del partito di Vendola, si scaglia contro l’amministrazione Caldoro definendo la decisione un vero e proprio “pasticcio”.
Occorre ricordare che il 31 luglio scorso, all’interno della finanziaria regionale, venne promulagata una norma ad hoc per la ridefinizione di alcuni criteri riguardanti la legge elettorale regionale. La modifica, però, potrebbe portare ad una situazione paradossale: un candidato presidente che prende meno del 10% non entra in consiglio ma ai partiti che lo sostengono basta il 3%. L’emendamento firmato Fi, Fdi e gruppo «Caldoro presidente» in discussione domani in Consiglio Regionale ha lo scopo, con tutta probabilità, di creare le condizioni per evitare quest’anomalia. In ogni caso si lavora ad una mediazione. L’ipotesi più accreditata è che si possa arrivare, alla fine, ad una legge elettorale che preveda uno sbarramento dell’ 8% per il candidato presdiente e del 5% per le liste collegate.
Dunque, in Regione Campania, ancora nel mese di febbraio si continua a discutere di regole del gioco. Discussione che appare quantomeno singolare visto che in primavera i cittadini campani saranno chiamati alle urne.