Riforme, si apre un solco nel Pd. Il M5S: Potremmo votare assieme

170

ROMA – Sembrano aprirsi nuovi scenari in merito al testo, a firma di Vannino Chiti, presentato da ventidue senatori del Partito democratico. 

Il M5S, infatti, potrebbe far convergere i propri voti su quel documento, che il capogruppo a Palazzo Madama, Vincenzo Santangelo, ha definito “quasi una fotocopia del nostro, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma in generale non possiamo non essere d’accordo, visto che ricalca la nostra proposta”.

Una sponda, quella di Santangelo, confermata da altri parlamentari pentastellati e subito colta da Corradino Mineo: “Sul testo Chiti si sta compattando una maggioranza alternativa: dobbiamo lavorare su questo”, ha affermato l’ex direttore di RaiNews 24, che ha poi cinguettato in maniera del tutto esplicita: “Abbiamo votato con il M5S la decadenza di Berlusconi, perchè non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?”. Proposta che trova il “niet” della parte restante del Pd, che con Nicola Latorre chiede ai ventidue di ritirare il testo: “Bisogna lavorare per perfezionare e rendere più convincente il ddl presentato dal governo. Per questo ho molto apprezzato la decisione del senatore Tonini di ritirare il proprio ddl sulla trasformazione del senato. Mi auguro che faccia lo stesso anche il senatore Chiti”.

Ma Mineo, supportato da Felice Casson, insiste: “Il nostro ddl non lo ritiriamo, resta lì sul tavolo. Non vogliamo spaccare il partito, ma dare un contributo”.