NAPOLI – “Quella del medico è una professione fondamentale per noi. Per questo oggi siamo qui con soddisfazione, nell’assistere ad un giorno così importante per tanti nostri giovani medici”.
Stefano Caldoro, governatore uscente, utilizza queste parole per parlare, al Parco Congressi della Mostra d’Oltremare, nel giorno del Giuramento di Ippocrate, della Sanità in Campania, un settore molto delicato.
“La sanità – afferma Caldoro – è l’80% del bilancio della regione. Appena insediato, una delle mie più grandi preoccupazioni è stata quella di essere il primo presidente di regione ad avere un divieto: il blocco totale del turn over. La legge nazionale mi impediva quindi di poter fare assunzioni nel nostro sistema pubblico. La logica che seguiva questa legge era: il debito lo paga il sistema territoriale che lo ha prodotto, non lo Stato. È stato durissimo per noi, per i giovani medici che si affacciavano al mondo della professione. Ci siamo messi a lavorare fin dal primo giorno per recuperare e raggiungere gli standard nazionali. Oggi abbiamo 150 euro in meno procapite su costo del personale medico, tra i seicento e i settecento milioni annui. Oltre diecimila unità di personale sanitario in meno sulla media nazionale. Questo hanno provocato le leggi nazionali”.
Tuttavia, dopo cinque anni di governo Caldoro vede diradarsi le nubi anche nell’ambito sanitario. “La buona notizia – aggiunge infatti – è che, avendo risanato con un anno di anticipo e avendo oggi 240 milioni di avanzo, ho potuto firmare un decreto che prevede l’assunzione di 1118 unità di personale sanitario. Una delle cose più belle che ho fatto nel mio mandato. Se non assumiamo giovani medici non possiamo pensare al futuro. Abbiamo varato la rete ospedaliera, tra le prime regioni a presentare la riorganizzazione, potendo investire quanto recuperato, anche per dotare le strutture di nuovi macchinari. Ringrazio l’Ordine per aver lavorato con noi anche per la riorganizzazione delle cure primarie. Il primo presidio di sanità che limita l’ospedalizzazione quando non è necessaria”.
“Un in bocca al lupo ai tanti giovani medici che intraprendono questo percorso: il nostro dovere è dare loro le possibilità e le migliori prospettive per lavorare sul proprio territorio. Dopo gli errori fatti nel passato, oggi possiamo dare ai giovani medici campani speranza e fiducia per il futuro”.