ROMA – Nuovo attacco ai sindacati da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
In un’intervista concessa stamane a “No Stop News”, su Rtl 102.5, tra le altre cose Renzi ha affermato: “Invidio molto quelli che passano il tempo a organizzare gli scioperi. Mi riferisco ai sindacalisti, non ai lavoratori. Se il loro obiettivo è organizzare gli scioperi, fanno benissimo a farli”. Una dichiarazione pesante, affiancata poi da altre di tono simile. “Lei (la Camusso, ndr) e Salvini sono due facce della stessa medaglia. Cavalcano la protesta. Li rispetto moltissimo, perché fanno il loro lavoro. Chapeau. Ma io devo pensare a proporre e devo preoccuparmi di dare lavoro a chi non ne ha, e oggi sono in tanti”.
Dopo aver parlato di semplificazione della burocrazia e di cambio della missione di alcuni organi statali (“l’Agenzia delle Entrate deve diventare una sorta di consulente dei cittadini, non più un ufficio delle sanzioni”), Renzi, pungolato sulla riforma del Lavoro, ha affermato che “l’esecutivo è pronto a porre la fiducia sul provvedimento, se dovesse essercene bisogno, anche se ora sembra che non ce ne sia bisogno”. La conduttrice Giusy Legrenzi (che affianca Fulvio Giuliani) ha chiesto al capo del governo come immagina l’Italia tra un anno, ccon la riforma del Lavoro approvata. “La immagino con una legge elettorale seria e chiara – ha risposto Renzi -, in cui si sappia chi ha vinto e chi ha perso. La immagino con una riforma del Fisco, una semplificazione della burocrazia e una maggiore possibilità di lavoro per tutti. L’obiettivo è questo: eliminare le distinzioni tra chi lavora in aziende con più di quindici dipendenti e chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti (il discrimine per il quale si applica l’articolo 18, ndr). Bisogna riportare tutti sullo stesso piano”.
Altro tema sul tappeto quello della continuità del secondo mandato al Quirinale di Giorgio Napolitano. Renzi ha ribadito la propria posizione, espressa peraltro già nelle settimane passate. “Qualunque sia la decisione di Napolitano – e nessuno deve tirargli la giacchetta, nemmeno io – deve avere la gratitudine di tutti gli italiani, anche di quei partiti che lo ha nno pregato di restare”, ha chiuso il presidente del Consiglio.