Caldoro: Basta regioni, sì a sei macro-aree. Sostegno trasversale per il Governatore

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NAPOLI – Costi della politica: se ne parla tanto, e giungono a frotte le idee di cancellare questo o quell’ente spendaccione. Arriva da Forza Italia una proposta che potrebbe avere un seguito massiccio e comportare un altrettanto massiccio risparmio per le casse dello Stato. 

A lanciarla è Stefano Caldoro, Governatore della Campania, che al presidente del Consiglio cinguetta così: “Sciogliamo le Regioni per sei nuove macro aree senza bilanci e gestione, ma solo con programmazione. Ci vuole coraggio per cambiare”. Riferimento diretto, quindi, a Matteo Renzi, per rilanciare la proposta di riforma delle Regioni con il loro superamento.Un’idea che Forza Italia fa immediatamente propria. Nicola Formichella, vice responsabile nazionale del Settore Formazione del partito, afferma infatti: “Tagliare drasticamente i costi della politica è uno di quei processi ineludibili per l’Italia. Darebbe il via a quel sistema virtuoso di contenimento della spesa nella pubblica amministrazione. La mia proposta, sulla scia di quella ottima del Presidente Caldoro, è che i risparmi vengano poi impegnati nel pagamento delle imprese che vantano debiti con lo Stato. Solo così – conclude Formichella – potremmo rimettere in moto l’economia attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro”.

Mara Carfagna, portavoce dei deputati azzurri, conferma l’intenzione del partito: “L’idea avanzata da Stefano Caldoro di sciogliere le attuali Regioni per creare sei nuove macro aree con compiti prevalentemente gestionali – scrive in una nota – risponde a quell’esigenza, avvertita da tutti, di snellire lo Stato, renderlo più efficiente, riducendo al contempo i costi della rappresentanza politica. Una riforma ineludibile a favore della quale mi batterò in Parlamento”. Ma la proposta di Caldoro suscita consensi trasversali. Enzo Amendola, ex numero uno del Pd in Campania, sottolinea: “Diminuire il numero di Regioni, togliere capacità gestionali, rivedere le materie concorrenti e ridurre la spesa corrente non è solo un problema dei costi, ma è anche la condizione necessaria per triplicare il Pil nel Mezzogiorno d’Italia”.